Un gioco da tavolo con serpenti e scale

Produttività

Vuoi fare carriera? Scegli il lavoro flessibile

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Il lavoro flessibile crea lavoratori felici e i lavoratori felici sono più produttivi. Questo è ormai assodato. Ma c’è altro? Secondo Matthew Jenkin sì. Il giornalista ha esaminato i risvolti scientifici e psicologici del superamento dell’orario di lavoro fisso e ha scoperto che il lavoro flessibile aumenta le prospettive di carriera. Scopriamo come

 

Ad alcuni potrà sembrare strano che la Finlandia, con i suoi lunghi inverni bui, gelidi e con poche ore di luce, sia uno dei contendenti allo scettro di Paese più felice del mondo. Be’, i più scettici si ricrederanno perché proprio quest’anno la nazione, famosa per il suo imperturbabile cinema d’avanguardia, ha raggiunto la vetta dell’elenco dei luoghi più felici stilato dall’ONU.

Norvegia, Danimarca e Islanda fanno buona compagnia al Paese nordico vincitore nella classifica del Rapporto Mondiale sulla Felicità del 2018(1). D’accordo, sicuramente la possibilità di fare una bella sauna rilassante dopo una dura giornata di lavoro in ufficio è utilissima, ma abbiamo ragione di credere che sia stato ben altro a fare ottenere a questi Paesi dei punteggi così elevati. Forse proprio l’importanza che hanno dato agli orari di lavoro flessibili e ai lunghi congedi parentali?

Tutti sanno che l’opportunità di lavorare quando, dove e come si desidera rende più felici nella vita privata, ma vale lo stesso anche per la vita lavorativa?

Sì, sì e ancora sì. E ne abbiamo le prove. Sempre più studi dimostrano che il lavoro flessibile non migliora solo l’equilibrio tra lavoro e vita privata, ma può addirittura avere un impatto positivo a livello finanziario, oltre ad aprire nuove opportunità di crescita.

Ecco un esempio. Flex+Strategy Group, un gruppo che aiuta le aziende a dare vita a una cultura del lavoro basata sulla flessibilità, ha condotto un nuovo studio(2) secondo cui il 60% dei dipendenti statunitensi che possono usufruire di opzioni di lavoro flessibili si sente "più produttivo e coinvolto". Il 45% di coloro che lavorano in maniera flessibile ritiene che la propria capacità di "comunicare, creare e innovare con i colleghi" è aumentata grazie alla flessibilità. Incredibile, ma vero.

Ma non è tutto: chi lavora flessibilmente è più ricco! E ce lo dimostra il Centre for Economics and Business Research(3). In un suo rapporto ha, infatti, scoperto che il lavoro flessibile potrebbe ridurre il tempo necessario per lo spostamento casa-lavoro di ben 533 milioni di ore all’anno, facendo risparmiare ai dipendenti britannici 3,8 miliardi di sterline all’anno, che salirebbero alla cifra strabiliante di 7,1 miliardi di sterline se si prendesse in considerazione il valore del tempo del pendolare.

Una persona sale una scalinata colorata

Devi fare un passo importante per la tua carriera? Fatti aiutare dal lavoro flessibile.

 

Non crederai davvero che per poter lavorare flessibilmente bisogna necessariamente mettere in conto una riduzione dello stipendio, vero? Ecco cosa dice in merito il rapporto dello scorso anno di Timewise, gruppo che promuove la diffusione del lavoro flessibile: la crescita del numero di dipendenti che scelgono il lavoro ripartito ha portato a un aumento del 5% dello stipendio annuale per i lavori part-time tra il 2016 e il 2017(4); stipendio che oggi è superiore a 40.000 sterline. Anche i datori di lavoro si stanno adattando; oggi sono più propensi a utilizzare la ripartizione del lavoro nei ruoli senior. Due manager su cinque tra quelli intervistati dal gruppo non sono refrattari all’idea di assumere candidati per un ruolo senior in job sharing.

Se hai ancora dubbi sul fatto che il lavoro flessibile non ostacola affatto l’avanzamento professionale, ma lo incentiva, l’IBM Smarter Workforce Institute(5) ti aiuterà sicuramente a superarli. Il suo studio, condotto su 3000 professionisti e dirigenti di sesso maschile e femminile provenienti dal Regno Unito e dagli Stati Uniti, ha rivelato che è di gran lunga più probabile che gli intervistati che lavorano in maniera flessibile abbiano ottenuto due o più promozioni negli ultimi 5 anni rispetto a chi lavora in maniera tradizionale (33% rispetto al 24%).

Priorità ai genitori

Chi sono i primi a trarre vantaggio da questi sviluppi positivi nelle opportunità offerte dal lavoro flessibile? Sicuramente i genitori. Dai a mamme e papà la possibilità di lavorare al di fuori del normale orario di lavoro offrendo loro opzioni di lavoro part-time o da remoto. Li aiuterai a tornare al lavoro dopo un lungo periodo di congedo e a fare carriera. Ti sembra poco?

Secondo una ricerca condotta dall’ente di beneficenza Working Families(6) i genitori che hanno avuto la fortuna di avere un datore di lavoro che ha supportato il loro equilibrio lavoro/vita privata attraverso il lavoro flessibile e altre iniziative hanno dichiarato di aver voluto restare nell’azienda nel 65% dei casi, mentre il 62% ha affermato di essersi sentito più motivato e più produttivo, e il 56% di voler crescere a livello professionale. La ricerca congiunta di Bain & Company e Chief Executive Women(7) si è invece concentrata sul ruolo della donna, la figura che solitamente si occupa della cura dei figli. Ebbene, lo studio ha mostrato che il lavoro flessibile offre alle lavoratrici la possibilità di avere successo sul lavoro e di godersi meritate promozioni.

Non è ancora arrivato, però, il momento di sedersi sugli allori. C’è ancora molto da fare sul fronte delle iniziative di lavoro flessibile per permettere ai genitori di sviluppare il loro pieno potenziale professionale. Mubeen Bhutta, responsabile della politica e delle campagne di Working Families, è decisa quando sostiene che il lavoro flessibile non deve più essere visto come un favore o un benefit e che i datori di lavoro devono iniziare a offrire lavori flessibili fin dall’inizio.

"Nel momento in cui assumono una persona devono pensare alla mansione, a quello che cercano in quella persona e al tipo di lavoro flessibile che possono offrire, smettendo di fare modifiche continue e di comprimere un lavoro da 5 giorni alla settimana in 4 giorni. Sono queste cose che poi vanno ad accumulare problemi in termini di carico di lavoro", spiega Bhutta.

Non è l’unica a pensarla così. L’autorevole Equality and Human Rights Commission condivide appieno la sua opinione e sostiene con forza che un’inversione di rotta potrebbe aiutare a colmare il divario retributivo di genere(8). Secondo il gruppo, la Gran Bretagna dovrebbe seguire il buon esempio dei Paesi scandinavi e iniziare a offrire ai papà lavoratori congedi di paternità retribuiti più generosi(9). Questo potrebbe essere il "trucco" per spingere più uomini a fare richiesta di opzioni di lavoro flessibile, permettendo così alle donne di non sentirsi obbligate a prendere pause più lunghe o a lasciare il proprio impiego.

Il Dipartimento di Sociologia dell’Università di Oxford(10) non è stato a guardare e ha realizzato uno studio che ribadisce i concetti espressi dal rapporto dell’EHRC, ovvero che una volta che gli uomini hanno iniziato ad adottare orari di lavoro flessibili, il compenso orario delle loro mogli è aumentato in maniera significativa, soprattutto se erano madri (14,2% in quattro anni). Ma non è finita qui: anche il compenso orario degli stessi mariti è aumentato del 7,4% nel corso dei quattro anni successivi.

La ricerca della felicità

I dati sono chiari: i dipendenti felici sono il 12% più produttivi rispetto ai dipendenti che non lo sono affatto(11). La Dott.ssa Roxane Gervais crede che il lavoro flessibile possa dare un grosso contributo al miglioramento del benessere sul posto di lavoro. E se ci crede una terapista occupazionale esperta come lei, forse dovremmo farlo tutti.

Gervais spiega: "Il lavoro flessibile ci offre una cosa preziosa: il tempo. Tempo per rilassarsi e vivere. Tempo per riflettere su un problema sul lavoro che ti preoccupa e pensare a un approccio diverso che potrebbe aiutarti ad affrontarlo e superarlo in maniera diversa e più efficace. Questo tempo può davvero aiutarti a rinfrescarti le idee".

Secondo alcuni il lavoro flessibile è una barriera alla produttività e un veleno letale per la carriera. Per fortuna, questa leggenda metropolitana è destinata a morire.

Una ricerca pubblicata dall’American Sociological Review(1) in collaborazione con la Professoressa Phyllis Moen, sociologa dell’Università del Minnesota, ribadisce, se ce ne fosse ancora bisogno, gli enormi vantaggi del lavoro flessibile sia per i dipendenti che per le aziende.

Cosa ha fatto lo studio? Semplicemente osservare gli effetti di un programma pilota di flessibilità sul posto di lavoro in un’azienda Fortune 500. I risultati non lasciano spazio a tentennamenti (e come potrebbero!). I dipendenti che hanno partecipato al programma hanno espresso livelli più alti di soddisfazione sul posto di lavoro e livelli ridotti di burnout (o più semplicemente, esaurimento) e stress psicologico rispetto ai dipendenti della stessa azienda che non hanno preso parte al programma.

"La nostra ricerca dimostra in modo incontrovertibile che i lavoratori che hanno avuto voce in capitolo sugli orari e sulla sede del proprio lavoro non sono solo più soddisfatti, professionalmente parlando, ma anche più sereni per il proprio equilibrio lavoro/vita privata", spiega Moen. E sottolinea: "Vale la pena notare che gli stessi lavoratori sono più efficienti e più produttivi sul lavoro".

La Professoressa aggiunge: "Fai yoga, impara una tecnica di meditazione, controlla l’e-mail due volte al giorno e non di più. Questi sono solo alcuni dei consigli, più o meno strampalati, su come districarci tra lavoro e vita privata che ci vengono propinati quotidianamente. Parliamoci chiaro: le strategie di adattamento individuali da sole non ci aiuteranno a risolvere il problema. Con il nostro studio abbiamo voluto gridare a gran voce che servono iniziative aziendali, tra cui programmi che offrano ai lavoratori maggiori flessibilità e controllo, oltre a un supporto più sostanziale da parte dei supervisori". Forse è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche?

 


Matthew Jenkin è un giornalista freelance britannico ed ex editore di Guardian Careers, la community online del quotidiano The Guardian dedicata a chi cerca lavoro e a chi vuole cambiarlo

Fonti:

(1) http://worldhappiness.report/ed/2018/

(2) https://flexstrategygroup.com/

(3) https://cebr.com/reports/impacts-of-a-flexible-working-culture/

(4) https://timewise.co.uk/article/press-release-the-rise-of-generation-job-share/

(5) https://www.theguardian.com/women-in-leadership/2014/apr/24/flexible-working-career-progression-work-life-balance

(6) https://www.familyfriendlyworkingscotland.org.uk/resources/FINAL-Results-paper.pdf

(7) http://www.merryck.com/wp-content/uploads/2016/02/BAIN_REPORT_The_power_of_flexibility_Boosting_gender_parity.pdf

(8) https://www.equalityhumanrights.com/en/our-work/news/shake-working-culture-and-practices-recommended-reduce-pay-gaps

(9) https://www.theguardian.com/society/2017/mar/28/improve-shared-parental-leave-to-cut-gender-pay-gap-urge-mps

(10) http://journals.sagepub.com/doi/abs/10.1177/0950017017708161?journalCode=wesa

(11) http://www.smf.co.uk/wp-content/uploads/2015/10/Social-Market-Foundation-Publication-Briefing-CAGE-4-Are-happy-workers-more-productive-281015.pdf

(12) http://journals.sagepub.com/doi/abs/10.1177/0003122415622391