An automated robot leading a business meeting

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Non temere l’automazione: i robot sono OK

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Perché non approfittare delle macchine e godersi nuovi orizzonti? James Day, giornalista esperto in tecnologia, ci racconta il suo punto di vista

 

I robot finiranno per rubarci il lavoro… ecco qual è l’opinione generale. Un importante rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico(1) ha analizzato l’impatto dell’automazione sul mondo del lavoro e il risultato è che il 14% di tutte le posizioni occupate da esseri umani rischia seriamente di essere sostituito da macchine. Male, molto male.

Lo studio, che ha coinvolto 32 Paesi, conclude sostenendo che il 10% di questi lavori verrà perso negli Stati Uniti e che il 32% dei ruoli verrà trasformato e richiederà una nuova massiccia formazione del personale. Di male in peggio.

Mettiamo per un attimo da parte le profezie catastrofiche di scenari di disoccupazione di massa e di fine del mondo del lavoro per come lo conosciamo. E proviamo a pensare agli aspetti positivi. Forse non tutti lo sanno, ma fino a oggi, la tecnologia ha creato più posti di lavoro di quanti ne abbia distrutti, e l’automazione, se gestita con criterio, può alleggerire i compiti dei lavoratori. Non facciamoci prendere dal panico ed esaminiamo la tendenza e le sue implicazioni con razionalità.

Cos’è davvero l’automazione del posto di lavoro?

Senza troppi giri di parole, l’esecuzione da parte di intelligenza artificiale (IA) e robotica avanzata di attività un tempo svolte da esseri umani.

Qualche esempio? I desk per il check-in self-service e gli e-gate negli aeroporti, o le line di assemblaggio dell’industria automobilistica, come l’efficientissimo impianto di Sunderland di Nissan nel Regno Unito(2), in cui robot e umani lavorano in armonia da anni. Strano ma vero.

Secondo gli analisti siamo sulla soglia di una rivoluzione travolgente, in cui il deep thinking spiegato da Watson di IBM o gli sforzi collaborativi di macchine come Baxter di Rethink Robotics massimizzeranno l’efficienza produttiva riducendo i costi della linea di produzione. Sarà vero?

Quale sarà l’impatto dell’automazione? (Sopravviveremo?)

Analizziamo la situazione nel Regno Unito. Secondo un rapporto della Bank of England(3) la produttività è al suo minimo storico dal XVIII secolo. Questo ha spinto gli esperti di robotica a implorare le aziende a fare investimenti nell’automazione per aumentare l’efficienza.

Una maggiore automazione permetterebbe a settori come manifattura e sanità di lavorare più velocemente e più a lungo. Consentendo a un lavoratore umano di tornare a casa alle 17:00 e passando alle macchine per un’operazione di 24 ore si potrebbe raddoppiare il risultato della linea di produzione o ridurre i tempi di attesa negli ospedali, liberando letti preziosi. Non sembra poi così male, no?

Aziende come Adidas(4) hanno anticipato i tempi e stanno sfruttando la possibilità che l’automazione offre di rafforzare le economie riportando nel proprio Paese la produzione che prima era trasferita all’estero.

Ci sono Paesi, come la Corea del Sud, la Germania e Singapore, che stanno accogliendo con favore l’invasione dei robot(5). Altri, come la Cina e il Regno Unito(6), noti per aver avuto un’abbondanza di manodopera umana a basso costo, sono molto più restii. Ma il vento sta cambiando.

Secondo la Federazione Internazionale di Robotica (IFR) la media mondiale attuale è 74 robot ogni 10.000 dipendenti umani. Giusto per chiarezza, la Corea del Sud ne ha 631, il Regno Unito 71.

È con l’intelligenza autonoma che le cose si fanno davvero interessanti. Ma cos’è l’intelligenza autonoma? Macchine, come ad esempio veicoli, che agiscono senza l’intervento umano. Hai presente il pilota automatico di un aereo? Bene, metti qualcosa di simile in un camion e cedigli i comandi per tutta la notte. Il risultato è una consegna delle merci più veloce(7).

Un diagramma a torta con esseri umani e robot

È bene ricordare che la presenza di lavoratori umani sarà sempre necessaria

 

Ma, alla fine, l’automazione è un bene o un male?

Il McKinsey Global Institute chiarisce un punto: all’incirca la metà delle attività svolte da esseri umani può essere automatizzata con la tecnologia moderna, ma, vale la pena ricordarlo, solo il 5% può essere interamente automatizzato(8). Sospiro di sollievo collettivo.

L’obiettivo è, quindi, quello di lavorare con le macchine, non contro le macchine, per progredire. Lo abbiamo fatto in passato, con mietitrebbiatrici o software e fogli di calcolo ad esempio, e dobbiamo farlo adesso.

Gli analisti di McKinsey sono ottimisti: la nascita di nuove tecnologie richiede la nascita di nuovi lavori per poterle sfruttare. L’automazione potrebbe creare 1,47 milioni di nuovi posti di lavoro in Europa entro il 2030(9). È quanto emerge dalla nuova ricerca New Renaissance Hotspots, realizzata dall’azienda tecnologica cinese Huawei, in collaborazione con l’Institute of Arts and Idea e i futurologi di Kjaer Global. Possiamo fidarci.

L’automazione può aiutare gli esseri umani. Ma come?

Secondo il sondaggio Bot.Me di PwC(10) il 70% circa dei leader aziendali crede che l’IA possa consentire agli esseri umani di concentrarsi su attività più significative, godendo di più tempo libero. La prospettiva è molto piacevole, no?

Il suo rapporto Workforce of the Future(11) sostiene che alcuni leader particolarmente ottimisti ritengono che l’IA potrebbe dare vita a un mondo in cui le abilità sono amplificate. Le macchine, infatti, ci aiuterebbero a elaborare, analizzare e valutare i dati, dandoci la possibilità di dedicare più tempo a processi di ideazione, creatività e decisionali di alto livello.

D’altro canto, l’uso di macchine nei lavori manuali potrebbe aiutare a sollevare pesi, riducendo il numero di lesioni, le spese mediche e i periodi di mutua. Robot come SAM il muratore(12), con la sua capacità di posare mattoni sei volte più velocemente rispetto a un essere umano, potrebbero persino attenuare la crisi degli alloggi. Attenzione: i costruttori non sono sostituibili!

Spezziamo una lancia a favore delle macchine. Non sto scherzando. Secondo il rapporto di Huawei, uno dei nuovi lavori sarà proprio quello del difensore dei diritti dei robot che dovrà assicurarsi che siano trattati in maniera equa.

Nel futuro quali competenze conteranno davvero?

Se è vero che dovremo compensare il 14% di lavori persi a causa dell’automazione, la sfida più grande non sarà la disoccupazione di massa, ma il reimpiego di massa. Potrebbe essere la grande opportunità di dare una svolta alla propria carriera, se si è pronti a coglierla.

I giovani che stanno entrando nel mondo del lavoro non possono trascurare questo aspetto e devono prepararsi ad affrontare la sfida, anche accettando la prospettiva di dover aggiornare la formazione più volte nel corso della loro vita. Un rapporto McKinsey sul futuro digitale del lavoro(13) mette in chiaro questo aspetto e sostiene che la formazione continua sarà imprescindibile.

Ad alcuni sembrerà poco chiaro, ma McKinsey ribadisce "le competenze necessarie per gestire le informazioni" permetteranno di adattarsi ai nuovi ruoli più velocemente. Va meglio ora? Se nel prossimo futuro dovremo lavorare fianco a fianco con le macchine, materie come Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica (STEM) potrebbero rivestire un ruolo vitale. Alcune figure, come ad esempio gli ingegneri, dovranno impegnarsi a svilupparle e mantenerle con cura.

Capacità creative, buona comunicazione e intelligenza emotiva saranno punti di forza ambitissimi. Martin Duff, Director of Analytics in PwC Ireland, spiega: "I data scientist di maggior successo sono quelli che sanno raccontare una storia e che sanno analizzarla in modi nuovi con creatività. La creatività è insostituibile".

Anne Lise Kjaer di Kjaer Global aggiunge "Il mondo sta cambiando; la complessità della crescita della società e delle aziende sta cambiando per sempre il futuro del lavoro e delle competenze. Le nuove tecnologie in costante evoluzione, e soprattutto la robotica e l’IA, stanno promuovendo l’automazione dei lavori più tradizionali di sempre e riscrivendo i ruoli della formazione e dello sviluppo di competenze". Dobbiamo tenerlo bene a mente.

"Le persone e le organizzazioni non potranno fare a meno di adottare una mentalità aperta alla crescita e di alimentare la creatività, l’agilità e la formazione continua. Tutto questo ci permetterà non solo di sviluppare una forte resilienza, ma anche di crescere adattandoci ai cambiamenti del mondo".

 


James Day è un giornalista esperto di tecnologia e vive e lavora nel Regno Unito

Fonti:

(1) https://read.oecd-ilibrary.org/employment/automation-skills-use-and-training_2e2f4eea-en#page1

(2) https://www.cnet.com/uk/pictures/nissan-uk-plant-robots-humans-pictures/

(3) https://www.thetimes.co.uk/article/productivity-at-weakest-level-since-18th-century-w08hsm6v6

(4) https://www.economist.com/news/business/21714394-making-trainers-robots-and-3d-printers-adidass-high-tech-factory-brings-production-back

(5) http://www.cityam.com/284497/these-countries-most-prepared-rise-robots-and-approaching

(6) https://www.electronicsweekly.com/news/business/uk-lags-world-robots-2018-02/

(7) https://www.wired.com/story/what-does-teslas-truck-mean-for-truckers/

(8) https://www.mckinsey.com/featured-insights/future-of-organizations-and-work/the-digital-future-of-work-what-will-automation-change

(9) http://www.bqlive.co.uk/creative-media/2018/04/25/news/uks-creative-and-tech-cities-of-tomorrow-revealed-31959/

(10) https://www.pwc.com/us/en/press-releases/2017/report-on-global-impact-and-adoption-of-ai.html

(11) https://www.pwc.com/gx/en/services/people-organisation/workforce-of-the-future/workforce-of-the-future-the-competing-forces-shaping-2030-pwc.pdf

(12) https://www.digitaltrends.com/cool-tech/sam-bricklaying-robot-6x-faster-than-you-can/

(13) https://www.mckinsey.com/featured-insights/future-of-organizations-and-work/the-digital-future-of-work-what-skills-will-be-needed