Libro Basecamp

Voci

Basecamp ha costruito la cultura aziendale ideale. Scopri come

Tempo di lettura:  5 Minuti

Vuoi creare un ambiente di lavoro salutare, felice e produttivo? Leggi l’articolo di Loulla-Mae Eleftheriou-Smith e offri ore protette, uno spazio di lavoro tranquillo, stipendi trasparenti e veri bonus

 

È arrivato il momento di dire basta alle settimane di 80 ore, alle riunioni a notte fonda e alle e-mail inviate la domenica sera. Almeno secondo Basecamp, la società di applicazioni Web con sede a Chicago. I suoi capi sostengono, infatti, che per essere produttivi non occorra essere così "impegnati".

Ammettiamolo, con notifiche, scadenze e obiettivi costanti, non è così facile farlo. E ricerche come quella dell’Australian National University che ha dimostrato che lavorare più di 39 ore alla settimana è deleterio per la salute mentale e fisica non sono poi così d’aiuto.

Jason Fried e David Heinemeier Hansson, rispettivamente CEO e CTO di Basecamp, però ci credono così tanto che hanno deciso di scrivere un libro, It Doesn’t Have to Be Crazy at Work, per spiegare come creare un ambiente di lavoro più felice e più produttivo in cui non è necessario diventare pazzi (come dice il titolo del libro). Vuoi scoprire i consigli di Jason Fried? Continua a leggere.

Jason Fried and David Heinemeier Hansson, autori del libro di Basecamp

David Heinemeier Hansson e Jason Fried, CTO e CEO di Basecamp

Il tempo è prezioso: proteggilo

Secondo Jason Fried tutti dovrebbero essere messi nelle condizioni di lavorare otto ore al giorno, cinque giorni alla settimana, senza interruzioni e, soprattutto, senza che il lavoro si intrufoli nella vita privata e nel sonno. La privazione del sonno, si sa, ha effetti devastanti sulla salute. Ebbene, secondo una ricerca di Rand, questa condizione influisce anche sulle economie globali. Diamo qualche numero: gli Stati Uniti perdono l’equivalente di 1,23 milioni di giorni lavorativi all’anno a causa della mancanza di sonno. Il Giappone e la Germania li seguono con 604.000 e 209.000 giorni. Non bisogna dimenticare poi che chi dorme a sufficienza è più paziente, più gentile, più brillante e più creativo. Parole di Jason Fried.

Jason Fried dichiara: "Ho la responsabilità di proteggere il tempo delle persone". E come lo fa? Evitando di organizzare riunioni obbligatorie che rubano tempo al lavoro, riorganizzando i carichi di lavoro e le scadenze quando qualcuno del team si ferma in ufficio fino a tardi e incoraggiando i dipendenti a prendere ferie e a godersi il tempo libero a cui hanno diritto. Fatti, non parole.

Le regole della biblioteca 

Il nemico numero uno della produttività? Le interruzioni. Il Workplace Distraction Report del 2018, redatto da Udemy, approfondisce l’argomento: i lavoratori intervistati citano i colleghi chiacchieroni e i rumori dell’ufficio come le cause principali di distrazione, che hanno un effetto diretto sui livelli di stress e di motivazione.

Molti dipendenti di Basecamp non hanno questo problema perché lavorano da remoto. Ma gli altri? L’azienda ha eliminato le distrazioni introducendo le cosiddette regole della biblioteca.

Jason Fried spiega: "Ci siamo chiesti quale spazio favorisca l’apprendimento, la riflessione e lo studio, in pratica ciò che si dovrebbe fare sul posto di lavoro, e siamo giunti alla conclusione che la biblioteca è il modello perfetto per un ufficio. Un luogo in cui le persone si comportano in modo tranquillo e rispettoso, senza disturbarsi a vicenda".

E se hai bisogno di parlare? Niente paura, ci sono stanze in cui puoi farlo tranquillamente, proprio come in una sala studio.

Il principio del "disagree and commit"

Per descrivere il modo in cui prendono le decisioni in Basecamp, Jason Fried e David Heinemeier Hansson si sono a loro volta ispirati a un loro famoso collega: Jeff Bezos, proprietario di Amazon, che per primo ha usato le parole "disagree and commit", ovvero non sono d’accordo ma mi impegno a farlo. Spieghiamolo meglio: Jeff Bezos credeva che il nuovo spettacolo TV Amazon Studios che gli era stato proposto di finanziare sarebbe stato un buco nell’acqua, ma decise comunque di finanziarlo perché il suo team gli aveva chiesto insistentemente di farlo. In pratica non era d’accordo ma si sarebbe impegnato nella speranza che quello spettacolo sarebbe diventato il più guardato di sempre.

Secondo Jason Fried anche in Basecamp si sono dovuti arrendere al fatto che, nonostante tutti gli strenui tentativi fatti per arrivare a una decisione condivisa da tutti, la maggioranza vince. Questo gli ha insegnato che ciò che conta non è ottenere un voto unanime, ma assicurarsi che ognuno possa dire la sua e abbia la possibilità di non essere d’accordo senza che si creino risentimenti. Quando capita, e capita spesso, che lui e David Heinemeier Hansson non siano d’accordo su qualcosa, adottano la filosofia di Bezos, impegnandosi comunque. Jason Fried conclude con una frase chiave: "Voglio che le idee del mio team abbiano successo, non che falliscano per poter dire che ci avevo visto giusto". Chiaro, no?

Jason Fried, co-fondatore di Basecamp

Jason Fried, CEO di Basecamp

Stipendi alla luce del sole 

Se c’è una cosa che può creare immediatamente e inesorabilmente spaccature all’interno di un ambiente di lavoro, è la differenza tra gli stipendi. PayScale ha intervistato ben 71.000 lavoratori scoprendo che ciò che conta non sono le discussioni sugli avanzamenti di carriera ma le conversazioni trasparenti e oneste sugli stipendi. Ma c’è altro: uno dei motivi per cui le persone decidono di lasciare un’azienda è proprio legato alla modalità di retribuzione.

Basecamp non ha perso tempo e si è subito prodigata per modificare la struttura retributiva. Jason Fried spiega: "Ci siamo resi conto che il metodo che usavamo prima era assolutamente ingiusto. I nostri dipendenti devono saper fare il loro lavoro, non essere bravi ad accaparrarsi lo stipendio".

Ora a ogni ruolo corrisponde uno specifico livello retributivo, che tu sia un junior designer, un senior programmer o un rappresentante del servizio clienti. La retribuzione è competitiva, il primo 10% del settore, ma sono stati eliminati tutti quei pregiudizi che prima avevano un ruolo così importante e sono stati abbandonati i vecchi modelli di retribuzione dei nuovi assunti. Il risultato? "Lavoriamo molto meglio", conclude Jason Friend.

Dì addio ai CV

Anche il CV più perfetto non dice poi tanto sulle vere capacità della persona che ha sudato sette camice per realizzarlo. Basecamp ne è fermamente convinta ed è proprio per questo motivo che ha deciso di assumere (e retribuire) i candidati per una settimana affidando loro la creazione di un progetto.

"Come faccio a decidere se assumere o meno una persona? Solo giudicando il suo lavoro. Ciò che ci interessa non è la perfezione, ma valutare il modo in cui il lavoro è stato svolto e le scelte che sono state fatte, il modo in cui vengono gestite le critiche e le persone a cui un candidato può essere affiancato", spiega Jason Fried.

Benefit reali, non contentini

Una cena gratuita per chi lavora fino a tardi, una sala giochi e una birra in omaggio il venerdì. Ti sembrano benefit con la B maiuscola? Ti sbagli, sono solo modi per "premiarti" per essere rimasto in ufficio. Jason Fried e Basecamp sono assolutamente contrari a questi contentini, che evitano come la peste.

Basecamp premia i suoi dipendenti investendo in attività che ne migliorano la vita, approfittando a sua volta della presenza di un personale felice. Qualche esempio? Vacanze pagate e denaro da spendere in attività che migliorano il livello di benessere (lezioni di yoga, una bicicletta nuova di zecca, un massaggio al mese in una vera spa).

Jason Fried dichiara che la sua azienda permette ai dipendenti di visitare luoghi fantastici, vivendo un’esperienza che non avrebbero mai vissuto da soli, ma che non lo fa per essere lodata, ma perché ritiene che sia giusto farlo. Ti abbiamo convinto?


Loulla-Mae Eleftheriou-Smith è una giornalista britannica che scrive per The Independent, The Huffington Post e altre testate.

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